Come si svolge una seduta di kinesologia?
Nella prima parte, in collaborazione con la persona, c’è un lavoro di indagine per conoscere bene i disagi è la storia del cliente.
Successivamente, sempre dialogando, si cerca un obiettivo, ossia “cosa farà quando non avrà più il problema”, “in cosa limita quel dolore”.
Un semplice esempio può essere: una persona con un dolore alla schiena cosa farà quando non avrà più il dolore?
La persona risponderà “piegarmi con facilità”, bene, l’obiettivo potrà allora essere “Posso essere più flessibile”.
A questo punto il riequilibrio sarà orientato ad aiutare la persona ad essere più flessibile, quando sarà diventata più flessibile sicuramente non avrà più problemi alla schiena.
Trovare un buon obiettivo non è una cosa semplice in quanto bisogna capire bene dove la persona è bloccata, cosa vuole veramente dalla vita, quale è il suo “sogno nel cassetto”, bisogna capire utilizzando delle tecniche di comunicazione cosa la persona dice dietro le parole, cosa cerca di mascherare con le sue difese.
Anche il linguaggio del corpo da indicazioni molto importanti. Lavorare in questa maniera è molto importante perché il lavoro della kinesiologia è orientato alla soluzione e mira allo sviluppo delle risorse del soggetto e non nel togliere passivamente il solo dolore.
Successivamente utilizzando il test muscolare come mezzo di indagine, di verifica e di ancoraggio si applicheranno le tecniche di riequilibrio che come precedentemente spiegato sono tantissime e di diversa natura.
Quello che rimane un caposaldo imprescindibile è l’intento di aiutare la persona a prendere consapevolezza su cosa significa il suo problema, perché si è manifestato e come attivarsi per raggiungere l’obiettivo e a cascata il benessere.
Il test muscolare in kinesiologia
Il test del muscolo consiste nel fare una breve (2 secondi), ma costante e ferma pressione nella direzione dell’escursione del muscolo, mentre il cliente cerca di mantenere la posizione.
Tuttavia non si valuta la forza contemporanea del muscolo ma come la sua resistenza viene controllata dal Sistema Nervoso Centrale.
Una variazione di tono da forte a debole o da debole a forte può offrire all’operatore indicazioni sullo stato generale della persona o se c’è qualcosa di specifico su cui puntare l’attenzione.
Come già accennato, il test muscolare non indica la vera forza del muscolo ma una risposta neurologica del sistema nervoso centrale in cui si mette in luce la capacità del muscolo di ricevere e mantenere energia senza interruzioni.
Muscolo indicatore generico
Un muscolo indicatore generico è il muscolo che noi utilizziamo in una seduta e che indipendentemente dal suo ruolo specifico ci offre delle indicazioni sullo stato d’equilibrio e d’adattamento della persona in relazione a delle tematiche o dei riflessi specifici.
Ci offre delle informazioni generali che riguardano tutto il corpo indicandoci dove andare ad agire.
Muscolo indicatore specifico
Un muscolo indicatore specifico è mirato verso una precisa parte del corpo. C’indica appunto le funzioni specifiche di una serie d’apparati, organi, muscoli.
Per esempio: se testiamo un muscolo quadricipite del femore e ci risulta debole le indicazioni che potremmo trarre saranno che l’intestino tenue o forse il meridiano, o forse il muscolo stesso ha un difetto di energia.
Stringendo poi le indagini si riesce ad arrivare al fattore causale del disturbo.